Sostanza e antisostanza

SOSTANZA E ANTISOSTANZA

Poco di tutto un poco, però poco,
solo la sua deserta eternità
di anima, l’ho qui, ma senza tempo
né spazio, ( l’anima non ha anni
né ingombro ), e non voce ( o che segreto idioma
il suo? Quale alfabeto,
che lettere – vocali e consonanti –
compongono il suo linguaggio? )
Oh, sarà,
( lo è ) che non necessita
di voce né d’idioma
gestuale,
eppure si fa intendere e si esprime
non sai in quale modo, e non ha bocca
né mani, e non la senti, non ne capti un’acca
E lei ti chiama, sì, ti segue,
ovunque, ti dà la sua testimonianza,
lieve o triste che sia,
di vita extracorporea,
come un tizzo bruciato che ancor arde.
Solo segni, sì,
d’eternità, barbagli,
che da chissà che luogo
ancestrale, chissà da quale punto
ignoto, da che perduta terra,
ti giungono spaesandoti
con un confuso suono
di gente che si sbraccia e ci fa cenni
d’addio.
L’anima? Sì, forse, ma non senti
che un’invisibile presenza
di vita che dissona dal suo essere
sostanza
o antisostanza di chissà che Dio
o chi per Lui. Saperla
in te, è terribile.
Terribile.

L’INFINITÀ DELLA FINITUDINE

C’è un punto oltre il quale non si può procedere,
termina ogni inizio e l’infinito diventa finito.
Avanza, un piede dietro l’altro, piano,
tanto, la via è lunga e non ha senso,
pensa, andar di fretta
– e poi la fretta,
dicono, è una cattiva consigliera, –
quindi non corre, anzi se la prende
comoda assai,
e ogni tanto si riposa.
Potrebbe, se volesse, essere arrivato,
ma chi glielo fa fare? A suo giudizio,
l’unica cosa che non è da fare
è correre: stanca e porta via il fiato.
E così fa come fa
la lumaca,
o la chiocciola – quella con la casa , –
tante sono le cose che ha da fare,
e solo andando piano può eseguirle,
dare un’occhiata a destra e salutare,
e una a sinistra, o, per non perder tempo
né fare gesti inutili e stancanti,
far come fan gli strabici. Un occhio
guarda a sinistra
e l’altro sbircia a destra
senza girare il collo né la testa.
Solo se non fa sforzi e non si stanca,
uno può procedere tranquillo
passo a passo, lentamente, attento
a dove va, evitando
degli ostacoli,
una buca, un tombino, un qualchecosa
d’aggirare. – a aggirare si fatica,
si muove troppi muscoli e va via il fiato. –
Quindi procedendo lentamente,
però con attenzione, non forzando
il passo né la mente, finalmente

DOVE INCOMINCIA IL CIELO

Io non so dove incominci
il cielo,
se al di sotto o al di sopra delle nuvole;
forse solo le rondini lo sanno,
le rondini, che san dove volare,
se al di sopra o al di sotto.
O forse il cielo
è assai, chissà, più in sù, sopra le rondini,
oppure ancor ancor più sù,
là dove gli Angeli
intrecciano festosi i loro voli,
ammesso e non concesso
che ci siano.

DOVE VOLANO LE FOGLIE

Disvuotata di sé, della sua anima,
la linfa, involcro smangiato,
gracile esistenza materiale,
strazio di foglia accartocciata,
secca d’autunno, penzola sul ramo.
Povero arso spicciolo di foglia,
non sa neppure d’esser stato seme,
tronco, ramo, gemma e foglia,
appetitoso pascolo di un bruco,
ed ora è là, che attende una folata

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