Giorni di stupore

L’ORLO DELLE COSE

Nulla di ciò ch’è d’uopo si ha da fare,
nulla, si finga d’ignorarlo,
si faccia solo quello ch’è già fatto,
s’insista nei contorni, nei profili,
come avessimo d’andare lungo l’orlo
delle cose, girarvi tutt’intorno,
s’insista nel ripeterlo, evitando
con somma cura di cadervi dentro.

L’ANGOLO GIRO

La vita non è una cosa piatta,
ma è una sorta di angolo giro,
e nel viverla io volgo tutto intorno
lo sguardo, di qua e di là, di sopra e sotto,
dato che mi trovo in mezzo a un cerchio,
nel foro della punta del compasso,
fermo, immobile, mentre tutto gira.
Vivo così in un mondo immaginato
dove le cose non sono che finzione
fuori dal cerchio dell’angolo giro
di cui occupo il centro, e intanto penso.
E, se mi muovo vado tutt’intorno
sfiorando l’orlo interno di una cerchia
di mura alte messe a protezione
di una città dove nessuno entra.

E ciò che vedo sono come immagini,
– riflesse in specchi posti tutt’intorno,-
di ciò ch’esiste al di là dei muri.
E anche i pensieri che si fanno dentro
sono pensieri ch’entran di straforo
dalle menti degli altri che stan fuori.

GIORNI DI STUPORE

Restano giorni di stupore
e gioia a scandire il tempo
per le strade umide di pioggia.
Ma anche se non cantano nel verde
le cince, e torrenziali e fredde
cadon le piogge a vincere la noia
di un vento assiduo, insofferente,
ogni dolore e pena si smarrisce
nei volti luminosi della gente.
E per le strade diafane, sottile
una foschia si muta in ombre eteree
che pare quasi danzino svanendo
come illusioni effimere tra muri
e macchine che parcheggiano ai posteggi,
e ombrelle colorate come maschere
di gala a carnevale. Oggi
mi disgroviglio in mezzo ai miei pensieri,
dove impietoso il tempo mi s’atossica,
ma vivo canticchiando spensierato,
non sono più indifeso nella vita,
esisto, anzi, vivo, anche gli anni
sofferti con coraggio. Qui ogni giorno
di ora in ora il tempo ci incatena
al passo taciturno dell’autunno,
– un novembre dal pallore della nebbia, –
mentre le vie s’abbuiano e gli ontani
brillano a sprazzi al lume dei lampioni.
Giorno per giorno senza far fatica
e senza neanche accorgermene, io sento
sulle mie spalle un carico di stelle
– ogni stella una pena od una gioia, –
ritmo il cuore al ritmo dei miei passi,
forte, più forte ancora del mio cuore.

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