Finis corporis

Dio, tienili d’occhio

Bastano solo pochi gesti,
e aspetto che mi dicano
anche i loro nomi. Ci vuol tempo
per una vita nascosta nella morte
uscire dall’intrico delle ombre
e farsi luce. Vedo
i loro volti diafani e bonari,
e uno lo conosco, è di mio padre,
l’altro ch’è lì con lui, è mio fratello,
lo vedo dal profilo. Indugio un poco
e prego. Dio, dà loro pace.
ricordati, uno è mio fratello,
l’altro è mio padre. Dio, tienili d’occhio

Cinque ragazzi e una bandiera gialla

Cinque ragazzi e una bandiera gialla
corrono per via e paiono felici,
la sventolano gridando. Sono giovani,
hanno appena lasciato i pochi anni
che hanno alle spalle, e si credon grandi.
Mi aggiusto gli occhi per guardarli meglio:
corrono nella luce del mattino
con semplice ingenuità, e a chi li guarda
prende la malinconia di non seguirli.
Siamo solo capaci di contare
sulle dita l’età che non abbiamo.
Loro sì che l’hanno, e non la contano.
Cinque ragazzi e una bandiera gialla.

I sogni delle rose
Omologarsi al sonno della mente
e sgretolare via via ogni pensiero
fin a trovar rifugio nel silenzio
di là della memoria. E ciò che resta,
lo zero di ogni cosa, il non-pensiero,
la nullità del tempo e dello spazio,
è un qualcosa di nostro che s’invola
nei sogni dei boccioli delle rose
selvatiche. Però fare attenzione
alle correnti d’aria e al mal di gola.

Dov’è l’eternità di cui si ciancia?

Uno sbattere di ali ed un guizzo
d’un passero s’una briciola. E poi, niente.
È stato un guizzo, nulla più che un guizzo
d’attimo fuggente, e se n’è andato,
e il vento ha portato altre briciole,
altri passeri hanno fatto altri guizzi
e poi sono volati. Al davanzale
tutto è qui fermo che riprende fiato.
Dov’è l’eternità di cui si ciancia?
Forse in quel guizzo effimero, caduco…
O forse è l’eternità che non è eterna,
ma il guizzo sì, Maria, il guizzo è eterno.
Forse, Maria, ci hanno preso in giro,
e forse è solo Dio che è eterno…

Finis corporis

Io non so dove inizi l’anima
e termini il corpo.
Se mi addentro
oltre il mio limite corporeo,
sento una voce, dentro, che mi dice:
Entrami, ti attendo, sto qui dentro:
sono la via, la verità, la vita.
Mi affascina ascoltare quella voce,
voce di verità, di vita,
e piano piano
mi entro con cautela,
come un ladro che cerca chissà cosa.
Scriveranno di me domani sui giornali:
Uno è scomparso entrandosi nell’anima.
L’han cercato
coi cani da valanga,
scandagliando qua e là tra le macerie
del suo povero corpo inanimato,
Dell’anima, nessuna traccia. Nulla.
Una vecchia vi depose sopra un fiore
come un atto dovuto,
e un miserere..

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